Semplificazione del linguaggio sul web: perché a volte less is more

admin
26 Gennaio 2023
Articoli

Lavorare con le parole e muoversi nel mondo della comunicazione significa prendere atto delle necessità degli utenti. Necessità che, diciamolo pure, vanno spesso in netto contrasto con molti dei luoghi comuni del web. Un esempio lampante? La semplificazione del linguaggio, che al giorno d’oggi è letteralmente una priorità.

Sono lontani, infatti, i tempi in cui un testo doveva essere carico, straripante, per avere presa: oggi è essenziale essere diretti, chiari. Rinunciare a fiocchi e controfiocchi è il primo passo per dialogare con chi ci legge e/o usufruirà dei nostri servizi/prodotti. Ed ecco spiegato perché.

Semplificazione del linguaggio: dritti al punto

La semplificazione del linguaggio è un vero e proprio processo che viene messo in atto dai professionisti della comunicazione per aiutare aziende, imprese, copywriter ed editor di contenuti a porsi una domanda essenziale: di cosa stiamo parlando? Qual è il nocciolo della questione che stiamo trattando e come ci stiamo arrivando?

Porsi questa domanda non è affatto scontato. Per lungo tempo, il linguaggio sul web è stato anche fin troppo ridondante, per diverse ragioni (in primis un’idea malsana di content seo, che portava a pratiche discutibili come la keyword stuffing). Il risultato è che ancora oggi riesce davvero difficile andare dritti al punto, tagliare e accorciare. Sembra quasi una forzatura, senza contare che molti copywriter sembrano convinti che scrivere di più (usando anche parole tendenti all’aulico) significhi dimostrare il proprio talento.

Parole semplici, comunicazione efficace

Invece, il vero talento sta proprio nel semplificare il linguaggio: termini semplici, grandi significati. La semplificazione del linguaggio non solo è necessaria, ma è un gesto di cura nei confronti dell’utente. E la cura nei confronti degli utenti è e resta la priorità di chi lavora sul web. Come dice bene Annamaria Anelli, business writer ed esperta nello sbrogliare le matasse di testo del web, non sono i periodi lunghi e complessi a rendere un testo di qualità.

Lo stesso vale per l’uso di termini arcaici, presi in prestito da altre lingue o di settore: al contrario, tutto questo riduce drasticamente la comprensibilità di ciò che vogliamo comunicare e abbassa di netto il livello d’attenzione della buyer o della reader persona, facendo l’esatto contrario di ciò che vogliamo: spingerla via, spingerla altrove. Le parole semplici sono il trucco, perché sono i mattoni perfetti per costruire una comunicazione efficace.

Quando si deve semplificare un testo?

Alla luce di tutto questo, come si capisce quando è necessario semplificare un testo? In poche parole, quando manca di immediatezza e comprensibilità. Se i testi che produciamo non rispondono alle esigenze del nostro target, sono inutilmente prolissi e/o sono difficoltosi da leggere ad alta voce (esercizio che consigliamo per la stesura di qualsiasi contenuto), significa che non sono né immediati né comprensibili. Le domande da porsi sono:

  • Chi legge capisce ciò che sto dicendo senza googlare le mie parole?
  • Chi legge riceve subito una risposta che lo interessa?
  • Chi legge trova tutto ciò che desidera nel testo prodotto?
  • Chi legge riesce a farlo in maniera fluida, senza intoppi?

Se le risposte a queste domande sono affermative, non ci sarà bisogno di semplificazione: le distanze fra noi e il lettore saranno corte e il dialogo sarà ben organizzato .Se dovessero essere negative, meglio mettersi al lavoro e correre ai ripari.

Come si semplifica il linguaggio?

Come si fa, nello specifico, a semplificare il linguaggio? In Italia ci viene in aiuto il vademecum di Pennamontata, fra le prime agenzie a occuparsi del taglio del superfluo nella scrittura sul web.

Partendo dal presupposto che qualsiasi testo (sì, qualsiasi!) deve essere accattivante per il lettore, dato che l’attenzione media sul web è alta per circa 8 secondi prima di scemare e di far spostare lo sguardo altrove, Valentina Falcinelli (in collaborazione con la succitata Annamaria Anelli) sottolineano l’importanza di organizzazione, brevità, trasparenza e linearità.

Organizzazione

Soggetto, verbo, complemento: più il testo è organizzato in maniera semplice, più la comunicazione sarà efficace. Ogni frase, ogni periodo dovrebbe essere passato al vaglio e analizzato per essere sicuri che il concetto che si sta cercando di rendere sia chiaro. La complessità di un lungo periodare, ricco di incisi, frasi subordinate e relative, è invece dannosa.

Brevità

Letteralmente, less is more: più il testo è breve e conciso, meno il messaggio che stiamo mandando può essere frainteso o confuso. Per fare ciò è bene evitare le perifrasi e lasciare da parte avverbi, aggettivi, sinonimi, parole inconsuete o arcaiche. Se il testo è troppo lungo è molto facile che risulti pesante, che rallenti il tempo di lettura e che convinca il lettore ad abbandonarci a metà strada.

Trasparenza

Un testo deve essere trasparente, cristallino. Questo significa che deve rispecchiare alla perfezione gli interessi del target, attingendo a un vocabolario che possa capire e metabolizzare senza sforzo (più è basico, meglio è). Per non perdere trasparenza è bene chiedersi se non esistono parole ancora più chiare, utili e immediate rispetto a quelle che stiamo usando e prediligere le forme attive.

Linearità

Mai balzare da un argomento all’altro: un testo deve essere lineare, coerente e non aggrovigliato. L’obiettivo principale è e rimarrà sempre quello di non far perdere il filo al lettore.

Semplificazione del linguaggio e contenuti efficaci per il web

Se ciò che abbiamo appena detto non bastasse a esprimerlo, diciamolo pure chiaramente: la semplificazione del linguaggio è essenziale per la produzione di contenuti efficaci per il web, contenuti che piacciono a Google e agli utenti, che rendono la comunicazione di chiunque si muova sul web unica e inconfondibile.

Essere diretti, nella vita come sul web, è sempre il modo migliore per essere identificati come affidabili e chiari. Cerchiamo di tenerlo sempre a mente ed evitare tutto ciò che è meramente riempitivo: meglio una parola in meno che una perplessità (e una perdita d’attenzione da parte di chi ci legge) in più.

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