AI content creation: i pro e i contro dell’intelligenza artificiale nella stesura dei contenuti

admin
5 Gennaio 2023
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Il futuro cambierà drasticamente il mondo dei contenuti? Quanto impatterà il progresso tecnologico nella content generation? Si tratta di domande legittime se si considerano i grandi passi avanti dell’AI content creation, ovvero dei tool e dei bot che sfruttano l’intelligenza artificiale per produrre immagini, testi, musica e molto altro ancora senza (apparentemente) perdere quello che sarebbe il tocco “emotivo”. La risposta alle domande appena poste, però, è tutto fuorché semplice.

Pur essendo di tendenza, l’AI content creation è ancora in evoluzione e anche se i recenti progressi nell’apprendimento automatico, nel deep learning e nella strutturazione dei dati permettono di ottenere dei risultati soddisfacenti, non è (ancora) giunto il momento di dire addio al lavoro manuale che ha sempre un grosso vantaggio: l’umanità, in tutta la sua vasta complessità.

Che cos’è l’AI Content Creation

Ma dunque, che cos’è davvero l’AI content creation? Questa domanda è davvero sulla bocca di tutti e non è complicato lasciarsi andare all’immaginazione, figurandosi un’entità robotica estremamente sapiente in grado di produrre contenuti stilisticamente perfetti. Ecco, in realtà le cose non stanno esattamente così: l’AI content creation è la creazione di contenuti prototipati e basati sulle conoscenze e sull’apprendimento del software che viene sfruttato per la loro produzione.

Questo significa che non esiste nessun supercomputer dalle potenzialità illimitate (non ancora), ma che, invece, esistono in rete una serie di tools, programmi e applicazioni che mettono le loro “competenze” a disposizione degli utenti. Alcuni di questi strumenti sono in grado di produrre blog post di un certo settore, altri di creare mail, altri (attualmente i più “raffinati”) creano dei chatbot in grado di simulare perfettamente una conversazione reale.

Surfando online è possibile trovare tools più o meno efficaci per la produzione di ampie varietà di contenuti, fra cui microcopy, schede prodotto, didascalie per socal media, descrizioni per i video di Youtube e persino per eseguire controlli ortografici e grammaticali (come Grammarly). Si trovano anche software che permettono di scrivere un testo in lingue diverse e di creare immagini apposite per supportare i contenuti testuali.

Come funzionano i software d’intelligenza artificiale per i contenuti

Abbiamo parlato, finora, di cos’è l’AI content creation, ma adesso è doveroso fare una (breve) panoramica sul suo funzionamento. Parlando di intelligenza artificiale è facile lasciarsi suggestionare e immaginare un programma che faccia tutto da sé: invece, l’intelligenza artificiale è molto più complessa e richiede molti più sforzi da parte dei programmatori di quanto si possa pensare. Cercando di non dilungarci troppo nella spiegazione fattiva del loro funzionamento, occorre dire che tutto si basa sul metodi di elaborazione del linguaggio naturale (NLP) e sui sistemi di generazione del linguaggio naturale (NLG).

I primi sono degli input che i programmatori usano per “addestrare” (sotto supervisione) l’intelligenza artificiale ad adattarsi a determinati schemi: il software AI apprende e acquisisce miriadi di informazioni preziose, provenienti da enormi set di dati messi appunto da chi costruisce il programma. Una volta acquisite queste informazioni, gli algoritmi del programma organizzano e creano contenuti organizzandoli in sistemi che saranno il più possibile corrispondenti al linguaggio che gli esseri umani usano parlando/scrivendo di uno specifico argomento.

Tutto il sistema si basa su un modello linguistico appreso dall’AI, che fa sì che vengano generate in maniera dinamica e veloce sequenze accurate di parole, frasi, periodi e paragrafi con informazioni contestualizzate e il più possibile ben organizzate. La cosa più interessante è che a un certo punto, grazie al deep learning (l’apprendimento profondo e organizzato delle AI) l’intelligenza artificiale si perfeziona via via che viene utilizzata e che interagisce con gli utenti.

Ai content generation: uno sguardo a GPT-3 (e GPT-4)

Proprio sul deep learning si muove e si evolve uno dei più chiacchierati software di content generation: GPT (Generative Pre-trained Transformer). GPT è progettato proprio per generare dei testi che siano simili a quelli prodotti dagli esseri umani. Creato da OpenAI, un laboratorio di ricerca sull’intelligenza artificiale con sede a San Francisco, GPT è arrivato alla sua terza versione (GPT-3) e può attualmente essere utilizzato per scrivere interi testi, domande e risposte, riassunti, articoli e molto, molto altro ancora.

Più volte, il software è stato definito come la più grande rete neurale mai creata: per generare contenuti si basa, infatti, su moltissimi metodi e modelli di elaborazione del linguaggio naturale: per la precisione, conta attualmente 175 miliardi di parametri. Questo è sinonimo di alte e infallibili performance? La risposta è nì. I testi che GPT riesce a generare sono senza dubbio stupefacenti, ma non sono del tutto accurati: il software, infatti, utilizza un sistema probabilistico per scegliere le sue parole dunque, in base alla richiesta, si basa su quelli che sono i termini più “probabili” da usare, non quelli più accurati o appropriati.

C’è grande attesa, però, per GPT-4, che oltre a basarsi su oltre 100 trilioni di parametri, dovrebbe svilupparsi sfruttando dei calcoli condizionali. Questi ultimi permetterebbero una produzione di testi molto più accurati, perché terrebbero maggiormente conto dei modelli linguistici, dei macroargomenti e delle successioni parole/frasi. Tutto è però ancora ampiamente in evoluzione, mentre gli occhi del mondo sono ben puntati sui risultati.

Vantaggi e svantaggi dell’AI Content Creation

Sia per via dell’evoluzione di GPT che per l’esponenziale aumento di software dedicati, nel prossimo futuro assisteremo certamente all’applicazione di contenuti generati dalle AI. È molto probabile che questa tecnologia entrerà a pieno titolo nelle prassi delle agenzie di comunicazione, che potranno sfruttarla in molteplici modi. Tuttavia, come ogni cosa, non è tutto oro ciò che luccica: ci sono sia vantaggi che svantaggi nell’utilizzo di contenuti generati in modo automatizzato.

Attualmente, a dirla tutta, gli svantaggi superano i vantaggi: se è vero, infatti, che i diversi strumenti disponibili aiutano e aiuteranno sensibilmente diversi aspetti della content generation, l’elemento umano resta imprescindibile per ridimensionare, dare calore e rendere vivo ogni testo. Ma vediamo pro e contro, nel dettaglio.

I pro dei contenuti generati dall’AI

Partiamo dai vantaggi andando direttamente al nocciolo della questione: l’intelligenza artificiale può essere un’ottima compagna nel processo di creazione dei contenuti. Compagna, appunto non sostituta: si propone come uno strumento efficace e funzionale per minimizzare alcuni sforzi e assicurarsi di creare contenuti in linea con i propri intenti e/o con il proprio target. In generale, osservando l’attuale funzionamento dei software presenti in rete, i vantaggi stanno tutti nella sua capacità di potenziare l’elemento umano, supportandolo nella stesura. Nello specifico, l’AI:

  • Può ispirare il content editor con nuove idee: capire come l’AI scriverebbe un preciso contenuto può aiutare in caso di confusione o perplessità;
  • Riduce il blocco dello scrittore: i software di AI possono dare il via alla stesura di un contenuto, specie se non si sa bene da che parte iniziare;
  • Può aiutare a risparmiare tempo e, per estensione, denaro: creando testi piccoli o grandi che poi si devono “solo” modificare, si velocizza il processo di creazione;
  • Può essere utilizzato, come già accennato, a creare una buona varietà di contenuti, anche se la qualità del può variare. Aiuta, quindi, a declinare in più modi un singolo concetto.

Dunque, dal punto di vista dei pro, potremmo dire che l’AI content creation è perfetta per gettare della basi su cui poi l’elemento umano andrà a intervenire. Può creare le prime bozze da modificare ed espandere e, grazie al fatto che l’uso frequente migliora i risultati, può sicuramente contribuire a soddisfare sempre più le esigenze finali di chi scrive.

Ai Content Generation: i contro

Andiamo invece ora agli svantaggi. Un contenuto generato dall’intelligenza artificiale non è (almeno per il momento) in grado di competere con quello scritto da un essere umano. Questo per un motivo molto semplice: settare un “freddo” generatore in modo che abbia il tono e l’accuratezza giusti è difficile, se non addirittura impossibile. I software AI possono produrre contenuti ben scritti, a volte quasi perfetti dal punto di vista formale, ma dato che il programma è privo di giudizio, emozione e opinioni, ciò che si ottiene non sarà mai caldo o in grado di suscitare emozioni. Dunque, in sostanza:

  • Gli strumenti di intelligenza artificiale non sono in grado di comprendere appieno le emozioni e le motivazioni umane;
  • L’intelligenza artificiale non è in grado di inquadrare i contesti e di capire quali attivatori emozionali scegliere;
  • L’AI non riesce a cogliere determinate sfumature del linguaggio e può dunque usare male alcune parole, fraintendendone il significato;
  • Riguardo a settori più specifici (come quello medico e/o alcuni settori di alto business), possono essere inappropriati o non accurati, creando più problemi che altro;
  • L’intelligenza artificiale non comprende veramente il testo che genera, poiché il testo creato si basa solo su una serie di algoritmi.

C’è poi da aggiungere che non tutti gli strumenti di intelligenza artificiale sono aggiornati. Uno dei più utilizzati sul web, Jasper, è ancora fermo al 2019: ciò significa che non è aggiornato sui fatti accaduti negli ultimi anni e potrebbe avere difficoltà a formulare testi che si basino sulla nostra attualità. Inoltre, mentre il linguaggio umano tiene conto di parametri accurati (tono di voce, identità verbale, brandi identity, empatia) che possono sfuggire alle AI, anche al netto dei risultati che possono essere ottenuti con il deep learning.

Gli strumenti dell’Ai Content Generation

A questo punto, potreste essere un pizzico curiosi e voler scoprire come funzionano i tool di AI. Ve ne suggeriamo cinque, che attualmente sono ritenuti i migliori generatori di contenuti di testo con intelligenza artificiale IA. Sono tutti a pagamento, ma alcuni mettono a disposizione un piccolo periodo di prova gratuito per testarne le funzionalità:

  • Jasper: lo abbiamo precedentemente citato ed è fra i più ricchi e utilizzati al mondo. Jasper presenta 52 modelli di contenuti, lunghi e brevi (tra cui schede prodotti, biografie, descrizioni di video, oggetti per e-mail e testi brevi. sempre per e-mail) e i testi possono anche essere tradotti in più lingue. Permette una prova gratuita e si può anche scaricare una demo;
  • Copysmith: questo programma si basa su 30 modelli di contenuti che possono scrivere in maniera abbastanza accurata. Particolarmente indicato per creare inserzioni su Facebook, prevede tre giorni di prova gratuita e poi un abbonamento mensile;
  • WriterZen: diventato molto famoso per la capacità di scrivere contenuti ottimizzati in ottica SEO, mixa i suggerimenti di keyword a testi abbastanza accurati. Prevede una prova gratuita e poi un abbonamento mensile;
  • CopyAi: uno dei software di AI content creation più usati al mondo. La società che l’ha prodotto ha sviluppato un algoritmo estremamente affinato, che permette di sviluppare buoni articoli, e-mail, e post per i social media. Anche in questo caso, è prevista una prova gratuita e poi un abbonamento mensile;
  • Rytr: si tratta di un software di scrittura che aiuta nella produzione di diverse tipologie di testo (circa una ventina) permettendo di scegliere fra più di 18 toni di voce e più di 30 lingue. Anche in questo caso, è possibile usufruire della prova gratuita e poi scegliere se abbonarsi.

AI e contenuti: quale futuro per il copywriting?

Cimentandovi nell’uso dei software di intelligenza artificiale, potreste trovarvi in effetti a riflettere su quali siano le implicazioni sul mondo del copywriting. Di fatto, usando gli strumenti di AI content generation si va letteralmente a chiedere all’intelligenza artificiale di scrivere un testo, di comporlo, di dargli coerenza. Di fatto, però, c’è anche un’altissima (praticamente certa) probabilità che il contenuto abbia bisogno di una revisione umana, sia attraverso la modifica che la formattazione.

Per la precisione, potrebbe essere necessario ottimizzare il contenuto a seconda della piattaforma che si sta utilizzando o del canale sul quale lo si veicolerà. Inoltre, anche quando lo strumento AI diventa esperto sull’argomento che trattiamo grazie al deep learning, probabilmente si dovrà comunque modificare il contenuto per far in modo che, alla fine, suoni come si desiderava. Il futuro del copywriting, dunque, resta ancora tutto da scrivere.

Copywriting automatizzato: realtà o mito?

Content editor, copywriter ed esperti di comunicazione seguono con attenzione i progressi dell’AI content generation per più motivi. Il più pressante è, ovviamente, uno: chiunque scriva sul web verrà rimpiazzato dai software di intelligenza artificiale? La risposta è ovviamente difficile e nulla è da escludersi, ma, almeno per il momento e considerando l’evoluzione (stranamente) lenta di questi programmi, pare che si possa stare piuttosto tranquilli.

La panoramica sugli attuali software AI lascia pensare che sia davvero improbabile che riescano a sostituire gli esseri umani in un’attività che, per forza di cose, richiede estro, creatività e full immersion emotiva. Se è vero che alcune aree del copywriting possono essere automatizzate (quelle che hanno a che fare con testi semplici, brevi e descrittivi), è altrettanto vero che i contenuti generati dall’intelligenza artificiale mancano dell’empatia e dell’attrattività emotiva necessarie per creare copy di successo.

Dunque, è ampiamente probabile che questi strumenti possano diventare d’uso comune per facilitare la produzione e (come abbiamo già accennato) ridimensionare gli sforzi di creazione, facendo sì che si possano pubblicare contenuti che coniughino qualità e quantità, mentre è davvero complicato immaginare un futuro in cui riescano a fare tutto da soli senza essere freddi, sterili e senza rischiare fraintendimenti che possono essere anche piuttosto fastidiosi per i brand.

AI: contenuti che piacciono a Google?

Chiudiamo con una riflessione su un argomento importante: l’AI content creation e il posizionamento su Google. Senza troppi giri di parole, il colosso di Mountain View ha dichiarato a SearchEngineJournal, per mezzo del Google’s Search Advocate John Mueller, che in linea generale tutti i contenuti generati dalle AI sono considerati spam. Questo per un motivo molto semplice: per i fattori di ranking del motore di ricerca, i contenuti AI, essendo generati automaticamente, vanno contro le linee guida e vengono considerati come una pratica black hat.

Ciononostante, dati i progressi di GPT e degli altri software di intelligenza AI, Google non può (almeno per il momento) essere in grado di affermare al cento per cento quando qualcuno ha utilizzato i software di intelligenza artificiale. Secondo SEMRUSH, alcune pagine generate dall’intelligenza artificiale, trattate poi con le dovute attenzioni, hanno prodotto risultati impressionanti.

Dunque, cosa succederà nel futuro? Non è dato saperlo, ma considerato che Google continua a dichiarare che l’obiettivo dei siti web deve essere quello di scrivere per gli utenti e non per scalare le classifiche, non è escluso che l’uso smodato di software AI venga penalizzato.  A fare la differenza, dunque anche per i contenuti che piacciono a Google, resta il tocco umano. Che, almeno per il momento, si conferma come insostituibile.

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