Google Search Console: la migliore amica della tua strategia SEO

Valentina D'Antonio
22 Febbraio 2021
Articoli

Google Search Console, in precedenza conosciuta come “Google Webmaster Tool”, è una raccolta gratuita di strumenti che ti aiutano ad analizzare il tuo sito per capire se sia funzionante e soprattutto compatibile con i motori di ricerca. Nel 2018 il colosso di Mountain View ha modificato alcuni elementi apportando migliorie in termini di funzionalità e usabilità.

Attraverso questa piattaforma, infatti, puoi “dialogare” con Big G per capire se le pagine siano correttamente strutturate e indicizzate e come vengono visualizzate dai crawler. Si tratta quindi di un tool irrinunciabile anche in ottica di diagnostica e correzione di eventuali problemi lato SEO. Imparando a sfruttarlo al meglio, potrai sviluppare la tua strategia sul web in modo più consapevole, individuando dove concentrare maggiormente i tuoi sforzi e rimanendo in costante aggiornamento sia sull’evoluzione dei comportamenti degli utenti, sia sulle costanti modifiche dell’algoritmo.

INDICE
1. Introduzione
2. Controllo URL
3. Rendimento
3.1 Risultati di ricerca
3.2 Discover
4. Indice
4.1 Copertura
4.2 Sitemap
4.3 Rimozioni
5. Miglioramenti
5.1 Segnali web essenziali
5.2 Usabilità su dispositivi mobili
5.3 AMP
5.4 Breadcrumb
5.5 Casella di ricerca sitelink
6. Sicurezza e azioni manuali
6.1 Azioni manuali
6.2 Problemi di sicurezza
7. Strumenti e rapporti precedenti
7.1 Targeting internazionale
7.2 Messaggi
7.3 Parametri URL
7.4 Web tools
7.5 Risultati di ricerca
8. Link
9. Impostazioni
9.1 Statistiche di scansione

Perché utilizzare Google Search Console

Google Search Console, se utilizzata correttamente, rappresenta davvero una miniera d’oro per chi vuole assicurarsi che la propria strategia SEO stia funzionando nel migliore dei modi.

I vantaggi legati all’uso di questa piattaforma sono notevoli, eccone alcuni:

      • Il tool è gratis ed è molto intuitivo (non solo per chi è avvezzo all’uso degli strumenti offerti da Google per sviluppare il proprio business online) e ogni funzione è spiegata nei minimi dettagli della guida. Nella pagina di accesso alla guida, infatti, Google ti chiederà il tuo ruolo, in modo tale da fornirti i consigli più adatti in base alle tue competenze ed esigenze.Google Search Console_ruoli
      • Esistono vari livelli di monitoraggio degli elementi legati al sito web a seconda della complessità dello stesso.
      • Puoi scoprire quali keyword fanno la differenza in termini di visite organiche al sito.
      • Attraverso l’integrazione con Google Analytics puoi ottenere dati ancora più precisi per studiare i comportamenti dei visitatori del tuo sito web.
      • Consente un aggiornamento costante sulle problematiche relative al tuo sito web e al suo posizionamento, grazie alla possibilità di attivare la ricezione di alert via mail.

Come configurare Google Search Console: i passaggi da seguire

Google Search Console_schermata iniziale

      1. Accedi all’account Google che vuoi venga associato al sito web.
      2. Apri Google Search Console e effettua la registrazione.
      3. Aggiungi il tuo sito a Google Search Console.
        Se è la prima volta che ne aggiungi uno, vedrai un messaggio di benvenuto “Configurazione del sito in Google Search Console”, altrimenti seleziona “+ Add property“.
      4. Inserisci il tuo dominio ed effettua la verifica.
        Questa operazione è fondamentale per dimostrare la proprietà del tuo sito web e può essere effettuata in vari modi.
        – Caricamento di un file HTML seguendo le istruzioni riportate nella pagina dei dettagli di verifica.
        – Aggiunta di un record DNS nel provider del nome del tuo dominio attraverso formato DNS TXT o CNAME.
        – Inserimento di un tag <meta> al codice HTML di una pagina specificata.

Se non vedi subito movimenti non ti allarmare: aspetta un giorno affinché i tuoi dati vengano registrati correttamente!

La struttura di Google Search Console: guida completa

All’interno della Search Console, precisamente a sinistra, troverai un menù con diverse sezioni.
La parte iniziale prevede un’introduzione e la funzione di controllo dell’URL. A seguire, troviamo cinque diverse aree: rendimento, indice, miglioramenti, sicurezza e azioni manuali, strumenti e rapporti precedenti. In basso poi sono presenti un rapporto sui link in entrata e in uscita dal sito e un riassunto delle impostazioni. Per ultimo, è presente il collegamento per inviare feedback e comunicare quindi con la piattaforma.

Considera che quello che vedremo è l’aspetto attuale del tool, che come tutti i prodotti Google è in costante aggiornamento per permettere agli utenti di usufruire in maniera ottimale delle sue funzionalità.

Vediamo nel dettaglio le singole voci e capiamo in cosa consistono e come possono migliorare la tua attività di Web Marketing.

Introduzione

Qui sono raccolti semplicemente tutti i dati più importanti del sito analizzabili per fornire una visione d’insieme.

Controllo URL

Questa sezione è fondamentale per verificare come Google indicizza l’URL del tuo sito semplicemente incollandolo nell’apposita barra di ricerca. Puoi analizzare anche pagine specifiche su cui ti interessa fare delle valutazioni.
Per quanto concerne le tempistiche, considera che quella che vedi è la versione indicizzata più recente dei contenuti che stai cercando, ma non per forza quella pubblicata sul Web. Come lo stesso celeberrimo motore di ricerca specifica, non significa dunque che la pagina compaia effettivamente nei risultati della Ricerca.
Se dovesse comparirti il messaggio “L’URL non si trova su Google”, vai nella sezione Copertura e in particolare Scansione, dove viene indicato il motivo del problema. Per risolverlo, vai su Miglioramenti, la voce immediatamente successiva.

Rendimento

Questa finestra permette di accedere a una serie di metriche importanti sulle prestazioni del tuo sito nei risultati della Ricerca Google.

Qui sono raccolte molte informazioni preziose come:

      • il CTR medio (che misura il rapporto tra click e visualizzazioni ottenute);
      • la posizione media di ranking;
      • il numero di visualizzazioni e di click per ciascuna parola chiave;
      • le visite ricevute alle pagine e i dispositivi da cui vengono maggiormente visualizzate.

La visualizzazione predefinita mostra i dati degli ultimi tre mesi. Tuttavia, selezionando manualmente l’intervallo di date, puoi scegliere l’arco temporale da analizzare, oltre che confrontare due momenti diversi. Potrebbe esserti utile per esempio per verificare quando la tua parola chiave ha performato meglio.
A sua volta, questa parte della Dashboard si divide in Risultati di ricerca e Discover.

Risultati di ricerca

Il rapporto sul rendimento mostra le metriche che hanno un notevole peso sulle prestazioni del sito nei risultati della Ricerca Google.

Ma quali sono gli elementi che puoi analizzare e valutare qui?
– La provenienza del traffico e come cambia nel tempo e le query che vengono maggiormente cercate in relazione al sito, con la possibilità di porre un focus sul mobile.
– Quali pagine vantano la percentuale di clic più alta.

Nota bene che tutti i dati del grafico sono sempre aggregati per proprietà, ma puoi applicare dei filtri sia per pagina che per aspetto nella ricerca.

Discover

Google Discover è un collettore di topic e notizie relative agli articoli di interesse di un determinato utente (come per esempio le news sui temi di attualità o sulla squadra del cuore), senza il bisogno di cercare una query.
Puoi accedere a questo rapporto solo se la tua proprietà raggiunge una soglia minima di visualizzazioni in Discover negli ultimi 16 mesi. Qui i dati vengono aggregati per pagina, tuttavia se due risultati vengono mostrati nello stesso elenco, ogni impressione viene conteggiata separatamente.

Indice

Copertura

In questa sezione puoi controllare lo stato dell’indicizzazione delle tue pagine. Puoi ottenere questi risultati:

      • Valide: le pagine sono state tutte indicizzate correttamente.
      • Valide con avvisi: le pagine sono state indicizzate, ma sono presenti dei problemi da risolvere.
      • Escluse: le pagine non sono state indicizzate volontariamente dall’utente.
      • Errore: le pagine non sono state indicizzate per problemi non desiderati, come l’Errore 404 (“Pagina non trovata”).

Sitemap

La Sitemap è una vera e propria mappa del sito in cui l’utente può indicare tutte le pagine presenti per far sì che i motori di ricerca sappiano della loro esistenza e soprattutto possano scansionarle e indicizzarle. All’interno di Google Search Console puoi verificare quali sono state inviate ed eventualmente aggiungerne di nuove.

Rimozioni

Da qui puoi rimuovere un determinato contenuto all’interno dall’Indice di Google. Selezionando “Nuova Richiesta” si apre un form all’interno del quale puoi selezionare tra due opzioni: “Rimuovi solo questo URL” o “Rimuovi tutti gli URL con questo prefisso”.
Usa con molta cautela queste opzioni, perché rischi di ottenere risultati indesiderati e irreversibili!

Miglioramenti

Segnali web essenziali

I Segnali Web Essenziali sono tre: Largest Contentful Paint (LCP), First Input Delay (FID) e Cumulative Layout Shift (CLS). Google assegna un voto ad ognuno di essi, per poi effettuare una stima generale in termini di usabilità del sito.

Vediamo nel dettaglio cosa indica ciascuno:

      1. Largest Contentful Paint: si riferisce al tempo necessario per il caricamento dell’elemento più pesante della pagina. Google indica che il timing ottimale sarebbe di 2,5 secondi, tra i 2,5 e i 4 secondi bisogna fare un controllo, mentre oltre i 4 secondi la user experience risulta debole.
      2. First Input Delay: misura il tempo trascorso tra l’interazione di un utente con il sito (click, scroll, ecc.) e il tempo necessario per la risposta da parte di quest’ultimo. In questo caso, è considerata buono un valore inferiore ai 100 millisecondi, discreto e migliorabile tra 100 e 300 millisecondi e negativo oltre i 300 millisecondi.
      3. Cumulative Layout Shift: indica modifiche repentine del layout causata da ritardi nei caricamenti di tutti gli elementi che vanno a comporre la pagina. Un buon punteggio è inferiore a 0,1.

Questi elementi rappresentano un incoraggiamento per produrre siti web veloci, che regalano una user experience piacevole ed efficace e che offrono contenuti di qualità.

Usabilità su dispositivi mobili

Quando si crea un nuovo sito, assicurarsi che sia responsive e che quindi si adatti correttamente a tutti i dispositivi, dal laptop allo smartphone, è un’operazione indispensabile. La sezione dedicata all’usabilità per mobile di Google Search Console permette di comprendere come un sito web viene visualizzato da mobile e capire se ci sono eventuali errori da correggere.

Ecco i problemi più diffusi:

      • Viewport non impostato: il browser non viene avvisato che, a seconda del device utilizzato, deve adattare le dimensioni delle pagine.
      • Testo troppo piccolo da leggere da uno smartphone o un tablet.
      • Contenuti più grandi rispetto allo schermo: in questo caso, gli utenti non riescono ad avere una visione d’insieme della pagina che stanno visitando, ma necessitano di scorrere orizzontalmente per vedere tutto.
      • Plug-in non compatibili: questo problema molto spesso si manifesta quando si utilizzano dei plugin come Flash, ormai obsoleti e che non vanno molto d’accordo con Big G.
      • Elementi eccessivamente vicini tra loro: la convergenza tra diversi pulsanti e link crea sicuramente fastidi in termini di user experience, perché l’utente rischia di selezionare per sbaglio qualcosa a cui non è realmente interessato. Non vorrai mica rischiare di alzare il tasso di rimbalzo?

AMP

L’AMP è un tecnologia che aiuta a mostrare in modo semplificato il sito quando ci si connette da mobile e si ha poca banda a disposizione. Nell’apposita sezione è possibile verificare se questo sistema funziona correttamente o se c’è qualcosa da modificare.

Le breadcrumb (letteralmente “briciole di pane”) altro non sono che dei link di navigazione che hanno il compito di riprodurre il percorso tracciato dal sito web. Il loro ruolo è quello di consentire all’utente di rendersi conto di dove si trova all’interno della piattaforma, migliorandone la user experience e riducendo notevolmente il tasso di rimbalzo. Solitamente si posizionano nella parte alta della pagina come un menu orizzontale prima del titolo.
Tuttavia, non si tratta solo di uno strumento di navigazione secondaria che aiuta i visitatori a spostarsi agevolmente da un contenuto all’altro. Di una corretta struttura delle breadcrumb beneficia infatti anche la SEO, perché aiuta i motori di ricerca a comprendere la gerarchia dei collegamenti.
Affinché tutto funzioni correttamente, verifica attraverso Google Search Console che le breadcrumb non presentino errori e, nel caso, correggili con prontezza.

Una casella di ricerca dei sitelink aiuta gli utenti a condurre ricerche veloci su un sito web o all’interno di una app, grazie anche a dei suggerimenti in tempo reale. Si tratta di sottopagine visibili sotto il primo sito nella SERP e rappresentano di norma collegamenti interni alle pagine più popolari.

Un esempio è quello presente nella guida di Google Search Console e riguarda Pinterest. Come si può evincere dall’immagine, i sitelink sono dei validi alleati per aiutare gli utenti ad effettuare ricerche profonde e specifiche all’interno del sito direttamente da Google. Considera, inoltre, che questi si basano sui contenuti che, secondo  l’algoritmo di Google, sono più pertinenti rispetto all’intento di ricerca.

Google Saearch Console_sitelink

Per far sì che i sitelink funzionino correttamente, devi seguire tutte le indicazioni presenti in Google Search Central.
Considera sempre, però, che i sitelink di Google non vengono visualizzati per tutti i siti Web. John Mueller, Senior Webmaster Trends Analyst del colosso di Mountain View, in occasione di un Hangout di Google Webmaster Central lo scorso aprile, ha affermato che queste componenti vengono mostrate sempre più raramente.
Sebbene infatti esistano dei dati strutturati per personalizzare il modo vengono visualizzate, non è assolutamente automatico il fatto che verranno rese visibili a tutti.
Come devi porti, quindi, nei confronti di queste dichiarazioni (piuttosto criptiche)? Mantieni realistiche le aspettative che nutri nei confronti di queste implementazioni e fai comunque il possibile per ottimizzare tutti gli elementi che influiscono sulla SEO del tuo sito.

Sicurezza e azioni manuali

Azioni manuali

Abbiamo già parlato di azioni manuali nell’articolo dedicato ai problemi di indicizzazione.
L’azienda di Mountain View “applica un’azione manuale a un sito se un suo revisore (Quality Rater) ha stabilito che le pagine del sito non sono conformi alle norme sulla qualità per i webmaster“.
Attraverso Google Search Console puoi controllare se sul tuo sito web hanno avuto effettivamente luogo queste operazioni e risolvere i problemi che ne sono derivati.

Problemi di sicurezza

Il Rapporto problemi di sicurezza fornisce una chiara valutazione di Google su eventuali comportamenti pericolosi per i visitatori o i loro device, oppure su violazioni a danno del tuo sito. Alcuni esempi: installazione di malware o software indesiderati, attacchi di phishing. Google Search Console, in tali situazioni, indica se ci sono problemi da risolvere attraverso una specifica etichetta in evidenza.

Strumenti e rapporti precedenti

Targeting Internazionale

Qui puoi tenere monitorato l’andamento del tuo sito web in relazione al TAG HTML che indica al motore di ricerca in quale lingua è disponibile il sito web (denominato “hreflang“) fornendo all’utente l’URL corretto. Oltre a intervenire su eventuali malfunzionamenti, in questa parte di Google Search Console puoi scegliere il paese a cui dare la priorità per i risultati di ricerca.

Messaggi

La sezione messaggi raccoglie gli avvisi relativi a eventuali problemi a che possono inficiare sulla SEO.

Possono essere:

      • messaggi legati a problemi tecnici ed eventuali sanzioni;
      • criticità a livello di scansione;
      • malware;
      • errori 404;
      • malware.

Parametri URL

I parametri URL (o query string, o stringhe di ricerca) rappresentano quella porzione che permette di inviare indicazioni a Google su come identificare e interpretare gli URL dinamici. Questi ultimi, in tale maniera, possono seguire una struttura gerarchica di percorsi che vengono generati sulla base delle richieste e delle preferenze dell’utente.

A livello di sintassi, lo schema prevede il carattere = (uguale) per introdurre il valore e il carattere & (e commerciale) che viene indicato per concatenare parametri differenti nello stesso indirizzo.

La corretta scrittura di queste stringhe, è fondamentale per la corretta comprensione degli URL da parte del motore di ricerca. In modo particolare, come abbiamo già detto in merito agli eventuali problemi di indicizzazione, si può evitare soprattutto di incorrere in difficoltà legate ai contenuti duplicati. Attraverso Google Search Console, dunque, puoi verificare che non si creino tanti URL differenti, ma con il medesimo contenuto.

Web Tools

Si tratta di una raccolta di strumenti a disposizione dei webmaster per effettuare dei test e analizzare le esperienze pubblicitarie da desktop e mobile. Questa fase è significativa soprattutto per evitare le esperienze invasive che potrebbero rendere fastidiosa la navigazione per l’utente.

La parte di Google Search Console relativa al rapporto link si trova in basso a sinistra ed è un luogo in cui puoi monitorare i vari collegamenti con il tuo sito e all’interno di esso.

Sono presenti due pannelli, ognuno con una funzione ben precisa:

      • Link esterni: a sua volta questa dashboard è divisa in tre parti.
        1. Le pagine esterne al tuo sito che rimandano allo stesso.
        2. Link esterni al tuo sito che rimandano allo stesso.
        3. Testo dei link in pagine esterne che rimandano al tuo sito.
      • Link interni: le pagine del tuo sito che rimandano ad altre pagine del tuo sito.

Impostazioni

All’interno delle impostazioni trovi diversi elementi per la gestione della tua proprietà e in modo particolare un rapporto dettagliato sulle statistiche di scansione.

Statistiche di scansione

Le statistiche riguardanti la cronologia di scansione di Google sul tuo sito mostrano quante e quali richieste sono state effettuate e quali sono state le risposte ai problemi riscontrati. Lo stesso Big G precisa che questa funzionalità è utile soprattutto per gli utenti che gestiscono progetti avanzati. Questo significa che se un sito conta meno di mille pagine, non dovrebbe essere necessario utilizzare tale strumento, adatto invece a piattaforme con una complessità più elevata.

Ma vediamo nel dettaglio quali sono le informazioni che puoi individuare attraverso questa sezione:

      • Richieste di scansione totali: il totale delle richieste di scansione inviate per gli URL sul tuo sito, completate correttamente o meno.
      • Dimensioni totali download: il numero totale di byte scaricati dal sito durante la scansione per un determinato intervallo di tempo.
      • Tempo medio di risposta per tutte le risorse recuperate dal sito.
      • Stato host: indica se Google ha incontrato problemi di disponibilità durante la scansione del tuo sito. In teoria, lo stato dell’host deve essere verde, altrimenti c’è qualcosa che non va e Google Search Console ti aiuterà a capire di cosa si tratta.
      • Risposte alle scansioni raggruppate in base al tipo, come percentuale di tutte le risposte alle scansioni.
      • Tipi di file sottoposti a scansione: i formati più comuni possono essere HTML, Immagine, Video, JavaScript, CSS, PDF, ma ne sono presenti molti altri.
      • GoogleBot a disposizione per crawler che si differenziano per comportamento e per scopo. Possono essere per immagini, video, smartphone, desktop e molto altro.

Insomma, Google Search Console racchiude al suo interno un vero e proprio mondo per controllare, analizzare e ottimizzare il tuo sito web e aiutarlo a scalare il ranking. Non avere più dubbi se utilizzarlo o meno!

Valentina D'Antonio
Smartphone e social media addicted, ma amo il profumo della carta stampata. Appassionata di moda e beauty. Credo nel binomio conoscenza e creatività. Visita il mio profilo LinkedIn.