Per realizzare contenuti per il web che raggiungano i primi posti su Google, è fondamentale studiare le intenzioni di ricerca degli utenti.
Riuscire a intercettare le domande che gli utenti rivolgono a Big G permette di fornire risposte adeguate alle richieste, soddisfacendo il pubblico e allo stesso tempo scalare la SERP ottenendo i primi posti e ottenere traffico qualificato sulle pagine del sito web.
Vediamo come fare.
Cosa sono le intenzioni di ricerca
Le intenzioni di ricerca o search intent rappresentano ciò che le persone desiderano trovare online nel momento in cui digitano una parola o una frase sul motore di ricerca o utilizzano un assistente vocale come Alexa o la vocal search degli smartphone.
Tipologie di intenzioni di ricerca
Possono essere suddivise in tre macro categorie: navigazionali, transazionali e informazionali.
Search intent navigazionali
Tra le query navigazionali possiamo considerare tutte quelle ricerche che associano a un prodotto/servizio/informazione lo specifico nome del marchio o della piattaforma che interessano all’utente vuole raggiungere. Alcuni esempi: “Contenitori cucina Amazon”, “Pancakes Misya”, “New Balance ASOS”. In questo caso, gli utenti sono interessati, ancor prima che al prodotto o al servizio, al sito o al brand che può soddisfare la loro richiesta.
Search intent informazionali
L’utente vuole informarsi riguardo uno specifico tema attraverso query generiche ma ben indirizzate su quell’argomento. La conversione, quindi, arriverà solo in un secondo momento.
In questa categoria parole rientrano non solo keyword legate alle guide, ai tutorial e agli how-to (es. “come montare un mobile da bagno sospeso”), ma anche alle ricerche legate alle recensioni (es. “recensione Dyson Airwrap Complete”), ai confronti (es. “meglio piastra GHD o Imetec Bellissima?”) e alle classifiche (“migliori scarpe da running Nike”).
Search intent transazionali
L’utente fa una ricerca molto specifica in rete per comprare un determinato prodotto o servizio in maniera consapevole e attenta. Questo significa che utilizza Google per confrontare le differenti offerte presenti online per un acquisto ponderato (es. “i migliori smartphone per il 2023”, “friggitrici ad aria”, “mete più belle per le vacanze pasquali, ecc).
Si tratta dunque di query molto strategiche e importanti da intercettare. Questo sia perché aumentano il traffico verso il sito, sia perché intercettano visitatori davvero qualificati e dunque interessati all’offerta dell’azienda. Sarà dunque molto più facile e probabile che più i contenuti sono chiari e ben sviluppati, più gli utenti svolgano l’azione di conversione desiderata.
Gli strumenti per intercettare le intenzioni di ricerca degli utenti
Google Suggest
Google Suggest, chiamato anche “completamento automatico di Google”, è uno strumento messo a disposizione gratuitamente dal motore di ricerca che rappresenta un vero e proprio alleato per chi si occupa di SEO Copywriting.
Si tratta di suggerimenti in tempo reale forniti mentre viene fatta una ricerca, frutto di miliardi di ricerche fatte a loro volta da utenti di tutto il mondo. A volte questa funzionalità viene data per scontata, ma ricordati che racchiude della potenzialità offerte di solito solo da siti o software a pagamento.
Iniziando a digitare nella barra di ricerca una keyword di tuo interesse, vedrai che Google stesso inizierà a proporre delle parole chiave, soprattutto long tail keywords, ossia più parole chiave composte da più parole che si rivolgono ad un target specifico.
I suggerimenti sono incredibilmente precisi e vengono forniti in base a questi fattori:
- La frequenza delle ricerche: Google propone le keyword maggiormente ricercate dagli utenti;
- le ricerche che noi abbiamo svolto precedentemente (questa memorizzazione, però, è possibile solo è stato fatto login su Google);
- i trend del momento, legati soprattutto a notizie di attualità o a lanci di nuovi prodotti;
- il luogo da cui stiamo effettuando la ricerca;
- la lingua che stiamo utilizzando per effettuare la ricerca.
Come utilizzare Google Suggest
Identifica nuovi argomenti da trattare
È sufficiente digitare la keyword di tuo interesse per far comparire immediatamente le long tail keyword, alleate preziose per l’attività di inbound marketing. Qualora le parole chiave suggerite siano poche, non ti preoccupare. Questo non significa che l’argomento di tuo interesse non sia valido, ma vuol dire che si inserisce una nicchia giovane, ancora da esplorare. Devi assolutamente tenere in considerazione questo aspetto e approfondire l’argomento proprio per anticipare i trend.
Un esempio pratico. Provando a digitare “pilates esercizi“, possiamo scoprire che solitamente, quando gli utenti si informano su questo tipo di ginnastica, sono interessati principalmente a tre temi: come svolgere gli esercizi, quali sono i loro benefici e come prendersi cura di determinate parti del corpo attraverso questo metodo fitness.
Muovendoci poi tra le parole “pilates” ed “esercizi” con il cursore, possiamo accedere ad altri suggerimenti aggiuntivi comprendenti le query che al loro interno prevedono ulteriori parole tra “pilates” ed “esercizi”. In questo caso, possiamo osservare come la ricerche siano molto focalizzate sullo svolgimento di allenamenti casalinghi, con la ricerca di programmi da seguire per imparare.
Migliora i tuoi contenuti in ottica di SEO Copywriting
Il completamento automatico di Google permette di accedere gratuitamente a un’ampia selezione di sinonimi o frasi correlate alla keyword principale.
Certo, questi termini vanno contestualizzati e selezionati secondo lo specifico search intent, per utilizzare espressioni corrette che si riferiscano al medesimo intento di ricerca.
Tuttavia, questa operazione è davvero utile per scrivere testi ricchi, completi e scorrevoli, elevando il livello della tua scrittura e migliorando l’esperienza degli utenti che ti leggono.
Cerca argomenti correlati alla keyword principale
Attraverso il Completamento Automatico puoi ampliare e arricchire il calendario editoriale con i temi effettivamente ricercati e considerati utili dal target di riferimento.
Tieni bene a mente che, se hai intenzione di redigere un pillar article (un articolo di blog molto approfondito e lungo, solitamente composto da diverse migliaia di parole) in grado di coprire in maniera accurata il tuo argomento di riferimento, puoi utilizzare la keyword a coda lunga come titoli H2 o H3.
Tre SEO Tool consigliati da Lapenna del Web per studiare il research intent
La ricerca su Google è sicuramente molto utile soprattutto se non hai dimestichezza con il mondo della SEO e ricerchi soluzioni pratiche e veloci per sviluppare una strategia che premi i tuoi contenuti. Tuttavia, sono presenti anche diversi tool che semplificano e automatizzano il lavoro, riportando risultati precisi e accurati. Spesso sono strumenti a pagamento, ma che racchiudono anche alcune feature gratuite.
Semush e il suo strumento magico per identificare variazioni delle keywords
Semrush, con il suo strumento Keyword Magic Tool, consente di visualizzare, partendo da una query digitata dall’utente, le possibili varianti di una keyword.
Come far accadere “la magia” che permette di seguire le intenzioni di ricerca in maniera efficace? Si comincia identificando la parola chiave (che può essere o generica o anche molto specifica) e il Paese di riferimento. Il tool proporrà tutte le possibili variazioni della keyword.
Come consultare la lista di keywords
Poiché la lista potrebbe risultare molto lunga e di difficile lettura, ti consigliamo di servirti dei filtri, come:
- domande: parole chiave che contengono un quesito;
- corrispondenza esatta: le keyword con le stesse parole della query e nel medesimo ordine;
- corrispondenza a frase: le keyword che contengono le stesse parole della keyword ricercata, ma disposte in ordine vario e differente;
- keyword correlate: parole chiave simili simili alla query di interesse.
Sono poi presenti altri filtri più semplici come lingua, volume, difficoltà e CPC (Costo Per Click) ed ancora altri più elaborati come il conteggio parole, la densità competitiva, le funzionalità SERP e i risultati nella SERP.
Ubersuggest, l’alleato per ordinare e organizzare le keywords
Ubersuggest è un software freemium, in parte gratuito ed in parte a pagamento. Esso seleziona, analizza e cataloga le ricerche degli utenti, organizzando in senso logico le keywords e indicando quali sono quelle principali e quelle secondarie.
Se i contenuti non corrispondono alle reale richieste degli utenti, il rischio è che pur essendo strutturati e redatti molto bene, finiscano in fondo alla SERP. Ubersuggest, invece, indicando le keyword principali che ruotano attorno ad un topic, consente di scrivere testi realmente utili per i visitatori e dunque di ottimizzare più velocemente le pagine e ottenere punteggi elevati da Google.
Com’è strutturato Ubersuggest e come sfruttarlo
Il sito è organizzato in sezioni: “keywords”, “lingua” e “fonti”. Queste ultime sono fondamentali per capire da dove effettua le ricerche l’utente: possono essere per esempio “Shopping”, “News”, “Youtube”.
Focalizzandoci sulla parte relativa alle keywords, ti consigliamo di sfruttare i filtri per ottenere risultati il più possibile precisi e accurati. Per esempio, puoi selezionare solo le parole chiave suggerite da Google Suggest, oppure eliminare le keywords negative, dette anche a corrispondenza inversa (ossia gli annunci che non vengono mostrati agli utenti che cercano quella particolare combinazione di parole e frasi), o ancora il numero di ricerche effettuate con quel termine chiave. Dopo aver selezionato le parole che ti servono, puoi scegliere un filtro ed esportare in formato CSV solo quelle scelte, il tutto in pochi secondi.
Question Explorer: la nuova funzione di SEO ZOOM per scoprire le richieste degli utenti
Una nuovissima funzione utile per lo studio dell’intento dei ricerca della Suite di SEO ZOOM permette di identificare le domande che compaiono nelle SERP di Google, mostrando tutte le keyword che l’algoritmo ritiene pertinenti e significative per rispondere all’esigenza dell’utente che ha compiuto la ricerca.
Utilizzare questo strumento, quindi, è utile per capire quale sia il search journey delle persone e in quali query Google mostra le specifiche richieste. Esiste infatti un’opzione del menu che indica se una richiesta sia legata a una specifica domanda e anche il numero totale di questioni correlate, ossia le altre richieste che effettuano le persone interessate al tema e che Google mostra in SERP.