Le novità in casa Google non finiscono mai: stavolta gli aggiornamenti hanno coinvolto i titoli dei risultati di ricerca, con l’obiettivo di renderli più chiari e leggibili. Inoltre, lo scopo di queste modifiche è quello di consentire visualizzazioni più pertinenti rispetto alle query.
Prima, infatti, Big G modificava i titoli dei contenuti a seconda della richiesta dell’utente. In altre parole, riportava la query inserita dall’individuo nella barra di ricerca durante la formulazione del titolo degli snippet dei risultati. Ora Google punta a generare questi titoli in maniera da descrivere in modo molto chiaro di cosa trattano. Indipendentemente dalla particolare query. L’azienda ha affermato infatti di selezionare le porzioni di testo che gli umani possono vedere visivamente quando giungono su una determinata pagina web. Si tratta quindi dei titoli visivi principali o di quelli mostrati su una pagina.
Il nuovo criterio di generazione dei titoli
Lo scorso mese, precisamente il 17 agosto, Google ha presentato un nuovo sistema per la creazione di titoli per le pagine web. Secondo il gigante di Mountain View, il fatto che il titolo venisse cambiato a seconda della query generata, non la rendeva abbastanza esplicativa. Il nuovo meccanismo è stato sviluppato per consentire una maggiore efficacia nella descrizione del tema trattato dalla pagina.
La nota di aggiornamento spiega che Google tiene conto di molti fattori nella scelta del titolo da assegnare a un determinato articolo di una pagina web. In primis viene considerato il titolo visivo principale o il titolo mostrato su una pagina. Seleziona anche il contenuto che i proprietari dei siti inseriscono all’interno dei tag, all’interno di altri tag di intestazione o che vengono ingranditi attraverso le scelte di stile e formattazione.
Perché non bisogna utilizzare solo il tag title HTML?
Secondo Google, non sempre i tag title HTML descrivono in modo giusto una pagina. Sono diversi, infatti, i casi che possono verificarsi:
- sono troppo lunghi;
- contengono un linguaggio ripetitivo. Per esempio, come spiegato da Big G, le homepage potrebbero chiamarsi soltanto “Home”. in altri casi, tutte le pagine di un sito potrebbero essere nominate “Senza titolo” o avere il nome del sito stesso.
- includono parole chiave in eccesso. Come ormai chiunque si occupi di SEO deve sapere, l’operazione che spesso compiono autori di pagine e articoli effettuando il “keyword stuffing”, ossia inserendo in maniera forzata ed eccessivamente abbondante le parole chiave all’interno del testo, non restituisce un ranking migliore. Anzi, Google ritiene questa pratica scorretta e penalizza i siti che la adottano.
…Ma allora i tag title HTML non sono efficaci?
Quanto detto prima non deve trarre in inganno, facendo pensare che i tag title HTML non siano funzionali alla qualità e al posizionamento di un sito web. Google consiglia anzi di prestarvi ancora più attenzione. Soprattutto perché tra i nuovi metodi adottati per generare titoli, i contenuti derivanti da questi tag risultano i più selezionati.
Ciò significa semplicemente che Google, qualora non dovesse identificare title HTML adeguati a descrivere un contenuto online, selezionerà la parte più pertinente. Non partirà quindi dall’inizio e non troncherà parti che invece potrebbero essere potenzialmente utili, oppure aggiungere nomi di siti. Ma i tag title HTML rimangono comunque primari e pertanto devi curarli se vuoi che i tuoi visitatori capiscano fin da subito di cosa parlano i tuoi testi. Per capire se stai seguendo la direzione giusta, è sufficiente osservare la percentuale di clic. Se questi sono effettivamente aumentati, significa che la tua strategia ha funzionato.
Cambiamenti nei titoli e SEO: c’è un legame?
Ovviamente, con l’uscita della news, molte persone si sono chieste se effettivamente ci sia un legame tra il titolo di un contenuto e il posizionamento di un sito web. Questo soprattutto quando il primo viene riformulato da Google secondo le logiche suddette.
Come puoi osservare dallo screen, Kevin Indig ha chiesto: “Se Google riscrive il mio titolo, tiene conto delle parole chiave nel titolo quando misura la pertinenza di una pagina in base al titolo nuovo o vecchio?”. John Mueller, Webmaster Trends Analyst dell’azienda californiana, ha affermato di no. Ha poi aggiunto che questo è puramente un cambiamento di visualizzazione. Non ha quindi lo scopo di cambiare le classifiche. È molto più facile separare le cose per i test.
Google ha poi scritto che la società di ricerca sta già lavorando per perfezionare il nuovo sistema di titoli, che è “basato sul feedback“. E promette poi di “continuare a lavorare per renderlo ancora migliore nel tempo”.
Non ci resta quindi che osservare come questi cambiamenti modificheranno anche i risultati relativi ai nostri siti.