SEO su WordPress: come migliorare il posizionamento del tuo sito  

Valentina D'Antonio
14 Luglio 2021
Articoli
SEO WordPress

WordPress è una delle piattaforme più utilizzate e apprezzate per costruire siti web, utilizzata sia da grandi aziende, che da piccole imprese o anche da privati che vogliono costruire o rafforzare la propria presenza online.

Installare correttamente il CMS e scegliere temi e plugin adatti alle proprie esigenze è solo il primo passo per costruire uno spazio online funzionante e che abbia successo. Mettere anche in atto varie strategie per la SEO è estremamente importante per fare in modo che il tuo sito venga realmente raggiunto.

Esiste un’estensione, Yoast, che consente di ottimizzare diversi fattori che influiscono sul posizionamento e l’indicizzazione sui motori di ricerca. Ma non solo. Ci sono altri aspetti da tenere in considerazione e diversi comportamenti da mettere in pratica per fare in modo che delle pagine e un sito scalino la SERP.

Vediamo quali sono.

WordPress Yoast SEO Plugin, l’estensione più nota per migliorare il posizionamento di un sito

Yoast SEO è un noto plugin gratuito per WordPress, che vanta tantissime funzionalità che possono contribuire all’ottimizzazione di un sito web.

La sua peculiarità è rappresentata dall’assistente editoriale, che assegna un punteggio al livello di ottimizzazione delle pagine.

Yoast SEO WordPress

Viene utilizzato soprattutto per la stesura degli articoli, per i quali crea un voto valutando elementi come il titolo dell’articolo, il contenuto, il title, l’url e la meta descrizione. Il rating dipende fortemente dalla presenza della parola chiave:

  • nel titolo della pagina o dell’articolo;
  • nel titolo SEO;
  • nella url;
  • nella meta descrizione;
  • negli head title (H1, H2, H3 ecc).

Inoltre più la keyword è a sinistra, più è rilevante e permette di raggiungere un posizionamento elevato. A questo elemento, si aggiunge il numero di volte in cui la parola chiave viene ripetuta nel contenuto dell’articolo e nei titoli. Come abbiamo già visto più volte, soprattutto per quanto riguarda i problemi di indicizzazione, il keyword stuffing, ossia l’inserimento di parole chiave laddove non si risulti necessario, viene valutato negativamente da Google.

Se rispetti tutte le linee guida indicate da Yoast, il semaforo nella parte bassa della pagina, che sta a indicare il punteggio ottenuto in termini di ottimizzazione, diventa verde. Questo significa che, secondo il plugin, il tuo articolo o contenuto è in grado di scalare la SERP e ottenere un posizionamento interessante. Questo però non è sempre così, vediamo perché.

I limiti di WordPress Yoast SEO Plugin

Può capitare (sempre più spesso, purtroppo), che sebbene il semaforo sia verde, il contenuto non riesca a raggiungere le prime posizioni sui motori di ricerca. Questo dipende dal fatto che SEO Yoast è in grado di fornire solo delle indicazioni generiche, spesso legate a concetti che stanno diventando obsoleti.

Basti pensare al concetto di “Keyword density”. Algoritmi come Panda, nati per “punire” chi fa il furbo cercando di aggirare le pratiche concesse da Big G per una corretta indicizzazione, danneggia chi cerca di inserire parole chiave che non sono pertinenti all’argomento trattato o risultano superflue. Questa tecnica, infatti, viene oggigiorno considerata spam.

Quindi ha senso utilizzare WordPress Yoast SEO?

Vista la gratuità del plugin, puoi provare a scaricarlo e a utilizzarlo, considerandolo però una guida con dei limiti, da seguire quindi con molta cautela.

Esistono altre pratiche da attuare per favorire un posizionamento soddisfacente del tuo sito web, te ne parliamo nei prossimi paragrafi.

Come migliorare la SEO del tuo sito WordPress andando oltre Yoast

Fai attenzione alla scelta del dominio

La prima decisione da prendere nella creazione di un sito web riguarda il dominio. Questo, per essere SEO-friendly, deve rispondere a dei requisiti ben precisi.

Rappresentazione del tuo brand

Il dominio del tuo sito web deve rispecchiare le caratteristiche e i prodotti e/o servizi della tua attività (o l’anima del tuo blog, se si tratta di una piattaforma di un utente privato).

La url deve essere contenere, possibilmente, il nome del tuo brand e soprattutto deve essere facile da ricordare per i visitatori.

Presenza della parola chiave

In alternativa all’inserimento del tuo brand nel nome del dominio, puoi inserirvi le keyword relative al tuo business. Spesso infatti, il target ricerca un contenuto sul web identificandolo con il prodotto o il servizio a cui sono interessati. Nel caso in cui, però, tu decida di ricorrere a questa strategia, devi essere in grado di utilizzare delle parole chiave che rispecchino realmente ciò che offri. Non c’è niente di più controproducente di una falsa promessa per gli utenti che entrano nel tuo sito web!

Affidabilità del TDL

Il TLD, o dominio di primo livello, o ancora top-level domain, rappresenta l’ultima parte del nome di un dominio. In altre parole, fa riferimento alla sigla alfanumerica che segue il “punto” più esterno della URL. I più noti sono senza dubbio .com e .org.

Quale devi scegliere? Semplice: tutto dipende dal tuo mercato di riferimento. Se è di portata globale, la scelta più adatta non può che essere .com. Un suo vantaggio è la sua riconoscibilità in tutto il mondo, il che rende un sito molto facile da ricordare anche dall’altra parte del globo.

Per quanto riguarda invece le strategie di business basate sulla geolocalizzazione, certamente è meglio ricorrere al codice del Paese (.it, per esempio), piuttosto che a quello generale.

Unicità

Come già detto, il dominio deve essere in grado di rimanere impresso nella mente dell’utente fin dal primo accesso. Spesso, soprattutto chi è alle prime armi, compie l’errore di non acquistare i principali TLD per un nome del dominio, operazione fondamentale per reindirizzare quelli secondari verso quello principale. Un unico nome, contribuisce alla facile memorizzazione del dominio e ne migliora il posizionamento tra i risultati di ricerca.

Per lo stesso motivo, è importante verificare che il dominio da te scelto non sia già stato usato in passato e magari penalizzato da Google.

Lunghezza

Nella determinazione del posizionamento SEO di un sito web, le dimensioni contano… Al contrario! Un dominio breve e conciso, che rispecchia in maniera immediata le caratteristiche suddette, senza tanti fronzoli, è molto più efficace di uno lungo e articolato.

Seleziona un tema WordPress SEO-friendly

La scelta del tema WordPress rappresenta un’altra delle decisioni cruciali nella costruzione di un sito, che impatterà sul suo posizionamento SEO.

Come abbiamo già visto nell’articolo “WordPress vs. Joomla”, uno dei talloni d’Achille del primo CSM è il caricamento, che spesso si rallenta a causa del tema installato.

Questo può impattare negativamente sulla user experience e di conseguenza sul punteggio SEO attribuito da Google.

Secondo Dan Kempes di Semrush, i migliori temi WordPress per un buon posizionamento sui motori di ricerca sono: YooTheme PRO, Elementor, Oxygen 2.0, Astra + Elementor, Generate Press + Elementor, Oceanwp + Elementor, Astra + Elementor, Generate Press + Elementor, Oceanwp + Elementor.

Apporta modifiche ai permalink

I permalink o URL, rappresentano una pagina specifica all’interno del dominio di un sito web.

URL che contengono parole chiave o il nome del brand sono molto più semplici da ricordare e generano effetti positivi a livello SEO.

WordPress offre molteplici possibilità di personalizzazione della struttura dei permalink. Ti basta andare nella pagina Impostazioni e poi selezionare Permalink per definire una forma da seguire.

Puoi scegliere per esempio che seguano una configurazione basata sul nome della pagina creata, rendendola subito riconoscibile.

Può anche succedere che, dopo qualche tempo, tu ti penta della decisione presa. Effettuare una modifica in questo senso non è un’operazione semplice, in quanto potrebbe verificarsi un errore 404, perché il vecchio indirizzo risulta privo di contenuto.

Niente paura: WordPress generalmente reindirizza in modo automatico URL vecchi, tuttavia se ciò non dovesse accadere, puoi sempre scegliere plugin come plugin come Safe Redirect Manager o Redirection.

Verifica che anche i plugin di WordPress non determinino penalizzazione a livello di indicizzazione

L’uso dei plugin a volte può causare una riduzione delle performance di un sito web perché tende a sovraccaricarlo e a rendere il caricamento delle pagine molto più lente. In questo caso, vale la stessa regola che riguarda il tema, ossia verifica che una o più estensioni da te scelte non penalizzino la velocità della tua piattaforma. Questa ipotesi, potrebbe ridurre il punteggio di indicizzazione del tuo sito.

Sul blog di Kinsta, sono elencati i migliori plugin SEO 2021 per WordPress, tra cui Yoast SEO, The SEO Framework, SEOPress, Rank Math, SEO Squirrly e Broken Link Checker.

Ottimizza ogni pagina del tuo sito web per una sola keyword

Utilizzare la stessa keyword per più contenuti di un sito web, significa correre il rischio di cannibalizzazione tra più pagine. In altre parole, nella tua piattaforma, più testi potrebbero competere per la medesima parola chiave, cercando di accaparrarsi un posto più alto nella SERP.

Inoltre, rischi di creare contenuti molto artificiosi, poco spontanei e di praticare il keyword stuffing tanto odiato da Google.

Cerca quindi di identificare una sola parola chiave per ogni contenuto, in modo tale da rafforzare il valore di ogni pagina, servendoti eventualmente di sinonimi e correlazioni.

Anche a livello di scorrevolezza del testo, questa scelta sarà sicuramente più apprezzata perché renderà le tue frasi molto più naturali e scorrevoli.

Valentina D'Antonio
Smartphone e social media addicted, ma amo il profumo della carta stampata. Appassionata di moda e beauty. Credo nel binomio conoscenza e creatività. Visita il mio profilo LinkedIn.