Sono passati tre mesi da quando Threads, il nuovo social network per discutere delle tendenze giornaliere, di opinioni e notizie in tempo reale, è approdato anche in Italia incuriosendo gli addetti ai lavori e tutti gli utenti del web.
Simile alla piattaforma di microblogging X, il fu Twitter, Threads è stato lanciato a luglio 2023 negli Stati Uniti e, per questioni di GDPR e conformità con il regolamento europeo sulla privacy, è arrivato sul mercato europeo e in Italia cinque mesi dopo, il 14 dicembre 2023, appunto.
L’attesa era tanta e lo dimostra il fatto che, a poche ore dalla sua comparsa, il social in questione ha raggiunto ben 7 milioni di utenti ai quali poi se ne sono aggiunti molti altri. E ora, a distanza di tempo dalla sua inaugurazione, possiamo dirci soddisfatti di Threads? In questo articolo vi spieghiamo cosa ci è piaciuto e cosa, invece, non ci ha convinto.
Cos’è Threads?
Potrebbe sembrare anacronistico lanciare un nuovo network testuale nel 2023, ma Meta ha voluto insediarsi con un nuovo network laddove X stava perdendo molta popolarità. Ma come funziona questo Threads che ancora scaturisce un certo scetticismo?
500 caratteri, inclusivi di testo, immagini, link e video fino a 5 minuti, sondaggi e addirittura note vocali come se stessimo chattando su Whatsapp, layout essenziale, un solo hashtag per ordinare le conversazioni: questo è Threads, una piattaforma che, come c’era da aspettarsi, si integra perfettamente con Instagram. Non di poco conto, diremmo, dato che questo permette agli utenti di collegare i propri account, facilitando la condivisione e la gestione dei contenuti tra le due piattaforme, ma non solo.
Il neo nato in casa Meta si focalizza maggiormente sulle conversazioni testuali, questo permette una struttura più organizzata delle discussioni, consentendo agli utenti di approfondire specifici temi in modo più coerente.
Come usare Threads
L’utilizzo di Threads è molto intuitivo, una caratteristica, questa, che gli ha fatto guadagnare un punto a suo favore. Come si usa ve lo spieghiamo subito:
- Cliccando sull’icona della matita si possono scrivere testi e, se si desidera, allegare anche foto, video, link o vocali;
- I tasti segui e menziona altri account hanno la stessa funzione che già conosciamo in altri network;
- Mi piace, ripubblica e commenta sono a portata di click;
- Non è possibile inviare messaggi privati, ma per questo si può ovviare con i cari e vecchi DM di Instagram.
Threads, cosa ci è piaciuto?
Cosa ci è piaciuto? Sicuramente il fatto che si possano creare dei threads su un argomento e seguirne lo sviluppo per discutere di una tematica attuale, un filo che lega i messaggi – il thread appunto.
La piattaforma di microblogging acquisisce molti punti anche per l’animazione del logo quando si ricarica il feed in home. Molto d’impatto anche la grafica, proposta in bianco e in nero, diventata ormai iconica nella condivisione delle stories su Instagram.
L’interfaccia grafica, come abbiamo anticipato, è molto semplice e intuitiva e questo non ci stupisce. L’ultimo arrivato di casa Meta, infatti, può fare affidamento sull’infrastruttura solida di Instagram sfruttando anche i due miliardi di persone che già utilizzano l’applicazione.
Threads, cosa non ci è piaciuto?
Thread per il momento risulta essere un clone un po’ sommario di X, però manca di alcune componenti essenziali:
- l’assenza dei trending topics, ossia gli argomenti di principale discussione del giorno;
- l’impossibilità di modificare i thread dopo la pubblicazione;
- non è possibile inviare messaggi privati;
- la protezione dei dati. Per il momento, infatti, Thread potrebbe utilizzare dati di Facebook e di Instagram per i propri servizi pubblicitari;
- la timeline è un po’ caotica perché aggrega i contenuti degli utenti seguiti su IG che non per forza abbiamo deciso di seguire anche su Threads.
Se l’eliminazione di buona parte dei filtri e delle limitazioni ha reso la ricerca di informazioni su X un po’ rischiosa, le regole molto più rigide su Threads implicano che in alcuni casi non si possano reperire agilmente informazioni su alcuni temi di attualità.
La domanda sorge quindi spontanea: chi aveva bisogno di Threads? Con buona pace dei social media manager, per scoprirlo dovremmo attendere ancora qualche mese per vedere quali saranno le prossime mosse di Adam Mosseri, responsabile di Meta.