Quanti manoscritti giacciono in polverosi cassetti da tempo immemore? Sono capolavori? Oppure sono solo carta e storie, magari perfetti per chi ci ha speso tempo ed emozioni, ma non adatti al mercato? A decidere il destino di tutti questi aspiranti romanzi sono (anche) gli editor. Troppo spesso confusi con l’editore, sono mitologiche figure che si occupano di scovare i futuri capolavori e bestseller e di aiutare l’autore a tirare fuori il meglio da ogni storia. Ma qual è il mestiere dell’editor? Riscrive i testi? No, ma offre spunti affinché l’autore lo possa fare autonomamente quando ci sono delle imprecisioni, quando la storia non quadra o i personaggi si perdono lungo il percorso.
Editor: un mestiere affascinante e insidioso
Nella mia vita quotidiana ho a che fare con tantissimi editor e il loro mestiere è tanto affascinante quanto insidioso, perché devono mettere le mani in testi che per gli autori sono, nella maggior parte dei casi, già perfetti. Volete sapere la verità? Non lo sono mai.
E non perché chi scrive non sia capace a farlo, ma perché mentre ci si lascia andare alla creatività, mentre le dita cercano di correre dietro alla fantasia, gli errori possono essere davvero tanti.
E allora il protagonista della storia potrebbe mutare il colore degli occhi, o un tratto del carattere. Oppure la finestra, dalla quale nel primo capitolo si scorgeva uno spicchio di mare, si immerge nel fitto di una foresta. Se vi sembrano errori eccessivi e non plausibili sappiate che non è così: se mai si tratta dei più semplici. Altre volte, infatti, si può incappare in problematiche maggiori come incongruenze nella storia, nella struttura narrativa, nei rapporti tra i personaggi.
Insomma il mestiere dell’editor non è facile, ma è senza dubbio è creativo, mai uguale a se stesso e richiede una buona dose di pazienza e tanta (tantissima) attenzione.
Gli editor sono proprio come super eroi, o almeno io li vedo così: capaci di scovare ogni tentennamento di una storia, ogni nota mancante o stonata, ogni sbavatura. E al tempo stesso appassionati e in grado di calarsi nella mente degli autori. Se vi state chiedendo come fanno, la prima e più importante risposta è una: sono lettori “forti”, ovvero leggono tanto, di tutto e lo fanno perché gli piace farlo.
L’amore per la carta (o per l’ebook), per una storia capace di regalare un caleidoscopio di emozioni, o di suscitare spunti su cui riflettere, per un editor sono alcuni dei piaceri più grandi.
Cosa fa l’editor?
Legge. La risposta principale alla domanda cosa fa l’editor è proprio questa. Ma non lo fa con approssimazione o disattenzione, un editor si immerge nelle storie, le vive, ne coglie punti di forza e debolezze, refusi e scivoloni.
E mentre legge scrive le sue considerazioni all’autore. Generalmente lo fa direttamente sui file utilizzando le varie possibilità che vengono offerte dai programmi di scrittura come, ad esempio, i commenti. Ma c’è chi ancora preferisce la carta, e allora via di penna e di appunti nello spazio lasciato ai margini dei testi.
Anche il lavoro può essere approcciato in maniera diversa. Ci sono gli editor che preferiscono avere il testo completo e chi lavora con l’autore fianco a fianco durante la stesura dell’opera.
Come potete immaginare quello che non manca mai (o quasi mai) è una profonda connessione tra chi scrive e chi edita.
A volte l’editor richiede uno sforzo in più al suo autore come quello di aggiungere o togliere capitoli, oppure di riscriverne interamente altri. Perché il suo mestiere è anche quello della riscrittura, affidando all’autore gli strumenti per farlo nel migliore dei modi. Questo significa mostrargli ciò che va cambiato e dargli una traccia sul come farlo per valorizzare la sua storia.
Il mestiere dell’editor: riscrivere
Nel contesto letterario il mestiere dell’editor è quello di affiancare lo scrittore. Un bravo professionista non riscrive il testo all’autore ma lo guida alla ricerca della forma perfetta: gli offre spunti di riflessione, lo accompagna, gli fa vedere come migliorarlo. Insomma gli propone tutti gli strumenti affinché possa essere in grado di lavorare autonomamente.
Riscrivere quindi è sì parte del mestiere dell’editor, ma si tratta di un passaggio che viene effettuato dallo scrittore stesso su consiglio di chi sta lavorando con lui al testo.
Ovviamente ci sono delle eccezioni e sono gli editor ghostwriter. Figure ibride che lavorano con lo scrittore a quattro mani, scrivendo in prima persona alcune parti del testo o riscrivendole. Tra le loro peculiarità distintive non possono mancare delle ottime capacità narrative e introspettive, che gli facilitano il compito di cogliere il focus di un testo e il tono di voce. Inoltre devono essere dotati di un’attitudine empatica che gli permetta di entrare in sintonia con l’autore.
Per chi lavora un editor
Quando si dice editor si apre un mondo, che forse si capisce un po’ di più se si va ad analizzare per chi lavora. Infatti sarebbe sbagliato pensare di trovare questi professionisti solo nelle case editrici.
Possono essere dei freelance e offrire i propri servizi ad autori indi (il famoso self publishing) o esterni alle case editrici. Oppure li si può trovare nelle agenzie letterarie, magari insieme agli agenti, dove valutano i manoscritti e, se adatti, li preparano per essere proposti al mercato editoriale.
Inoltre, come ho accennato, possono essere specializzati nella correzione di contenuti da utilizzare su diverse piattaforme (come questo blog aziendale, ad esempio).
L’editor nelle case editrici
Nelle case editrici l’editor si occupa di preparare i romanzi alla pubblicazione. Lo fa lavorando sul testo insieme all’autore. Come spiegato in precedenza legge il testo, ne coglie il senso, il potenziale letterario e suggerisce modifiche e correzioni all’autore. Se non presente una figura specifica può anche svolgere il lavoro di correzione di bozze, andando a ripulire il testo da tutti i refusi presenti.
L’editor freelance
L’editor freelance ha una clientela davvero eterogenea. Può passare dall’autore che vuole autopubblicarsi, a quello che vuole preparare il manoscritto per l’invio a case editrici selezionate o a un concorso letterario. E può collaborare con realtà aziendali che vogliano produrre testi perfetti. In che ambiti? I più disparati: dalle newsletter, agli house organ, dai blog ai libri.
L’editor in un’agenzia letteraria
L’editor in un’agenzia letteraria ha gli stessi compiti, più o meno, di un editor in una casa editrice. Oltre a valutare quali sono i testi che meritano attenzione, collabora con gli agenti per la loro promozione suggerendone i punti forti.
Come si diventa editor?
Ci sono corsi per diventare editor, ma non esiste un percorso universitario specifico. Se si chiede a dieci professionisti del settore cosa hanno studiato ognuno di loro racconterà di un cammino differente. E questo non può che essere un arricchimento perché ogni professionista potrà trarre vantaggio dalle proprie specificità e specializzarsi in un settore. I corsi, però, possono aiutare. Se si vuole lavorare per una casa editrice, per gli autori o per un’agenzia letteraria, si dovrà avere una conoscenza profonda delle tecniche di scrittura narrativa, della correzione di bozze e dei vari stili narrativi. Non può mancare anche la lettura: come per ogni scrittore che si rispetti, un bravo editor deve leggere tanto, essere molto aggiornato sul mondo dell’editoria ed essere in grado di intercettare i gusti dei potenziali lettori quando valuta o edita un manoscritto.
Se invece si tratta di editing di altre tipologie di contenuti potrebbero essere necessari anche altri corsi e approfondimenti. Ad esempio se quei testi andranno sul web si devono avere delle competenze Seo, di ricerca keyword e di utilizzo di piattaforme online.
Ha ragione quel proverbio che afferma che “Non si finisce mai d’imparare”, perché, come in tutti i mestieri, anche quello dell’editor richiede continui approfondimenti e studio. Ma, se proprio volete saperlo, trovo che questa sia una delle sue caratteristiche più belle e una delle sue sfide più attuali.